Il Falò di S. Antonio 2025 Località S. Nicola

Come ogni anno, tradizionalmente, la nostra associazione ripropone laccensione dei fuochi di S. Antonio Abate, quest’anno in collaborazione con la Parrocchia guidata dal parroco Don Antonio Sarnataro ed il comitato festa S. Nicola 2024, porpone la manifestazione nel quartiere S. Nicola (nei pressi delle case popolari) con una cerimonia che si aprirà con la S. messa celebrata dal parroco a seguire la benedizione degli animali e poi laccesione del fuoco. Chi vorrà potrà portare con se del cibo da condividere con gli altri, delle bevande, degli strumenti musicali per intrattenere etc… Per l’occasione la statua del Santo conservata nella Chiesa di S. Felice verrà esposta sul posto.

Questo evento  che coinvolge da anni tutta la nostra cittadinanza è frutto di antichi racconti e testimonianze che narrano la vita e le opere di Sant’Antonio Abate, uomo di fede e anacoreta che influenzò la vita e le abitudini di molti fedeli e rappresentanti della Chiesa Cristiana. Nato intorno al 250 d. C. in Egitto, all’età di ventuno anni abbandona le sue terre per vivere una vita da eremita.

La sua immagine, nelle raffigurazioni e nei dipinti, viene affiancata da un maiale (cosi come la statua esposta nella chiesa della frazione S. Felice a Presenzano), simbolo delle tentazioni carnali, e da un bastone a “T” che indica “TAU”, la 19° lettera dell’alfabeto greco. La sua storia e le sue vicende sono narrate da Sant’Atanasio, suo discepolo e sostenitore, il quale contribuì a far conoscere la figura del Santo in tutta la chiesa. Il distacco dalla vita terrena e la scelta di una vista ascetica e solitaria ha fatto di Sant’Antonio Abate un simbolo di austerità e di sacrificio. Visse per circa ottanta anni in solitudine fino alla sua morte, avvenuta nel 356 d.C.

La leggenda del Santo

L’iconografia tradizionale dipinge Sant’Antonio Abate circondato da donne seducenti e provocanti, oppure, come lo raffigura il pittore francese Paul Cesanne, da animali domestici come il maiale, di cui è il santo protettore.

La leggenda narra che il Santo scese nelle profondità dell’inferno per liberare i peccatori dal fuoco ed è in suo onore, quindi, che tutta Italia ricorda e lo festeggia accendendo un grande falò, come quello di Novoli, o indicando il 17 Gennaio come la data di inizio ufficiale del Carnevale, come in Sardegna.

Perché Sant’Antonio è associato all’allevamento dei maiali?

Le sue reliquie arrivarono in Francia dove fu costruita una chiesa in suo onore. I fedeli dell’epoca si rivolgevano al Santo per guarire dall’ergotismo canceroso, un morbo che causava fortissimi bruciori dovuti ad una sostanza contenuta nella segale. Per questa ragione nel paese di Saint-Antoine di Viennois (nome dato in onore del Santo) fu costruito un ospedale e il Papa accordò alla popolazione di allevare maiali per uso proprio, il cui grasso alleviava i bruciori dovuti alla presenza di quello che oggi viene comunemente chiamato “Fuoco di Sant’Antonio” (herpes zoster).

Nel nostro album fotografico trovate le immagini delle vecchie edizioni che vi invitiamo a visionare collegandovi qui.

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